Quando ho iniziato a fare ritratti di gravidanza in studio la mia scelta è stata netta: flash!
Ho iniziato con un flash e un softbox. Per forza di cose mi sono dovuta ingegnare per massimizzare il più possibile i risultati, cercando di realizzare solo con una luce dei ritratti completamente diversi tra loro. Parallelamente a quello che succedeva in studio capitavano sporadicamente anche le sessioni a domicilio. In quel caso sfruttavo la luce naturale delle abitazioni, viaggiando sempre però con un flash a portata di mano in caso di case molto buie.
Nel corso degli anni ho ampliato il mio “parco flash”. Non è stato un grande ampliamento, ma è stata la giusta misura che mi ha permesso di trovare l’attrezzatura utile ad ottenere il risultato che cercavo. In sostanza lavoro – quasi sempre – con 2 flash e 2 softbox. Stop.
Poi è successo qualcosa che mi ha aperto gli occhi sulla luce naturale.
Qualcosa che ha a che fare con il racconto (lo storytelling per i più patiti di termini inglesi).
Ha iniziato a starmi un po’ stretta la cosa di dover usare solo i flash per raccontare le storie delle famiglie che avevo di fronte. Volevo avere delle immagini diverse, con dei tagli diversi, inquadrature e ombre diverse. E la luce naturale calzava a pennello con questa mia nuova visione.
Così rivoluziono lo studio e mi creo due spazi in cui posso scattare esclusivamente in luce naturale, costruisco delle pareti con assi di legno da usare per uno dei due set, arricchisco il guardaroba dello studio con dei vestiti adatti e versatili.
Ma a conti fatti cosa cambia tra un servizio di ritratto gravidanza (o di famiglia) con flash e uno con luce naturale? La risposta è banale. La tipologia di luce, che in fotografia vuol dire solo una cosa: tutto.
Semplifico al massimo per rendere l’idea.
Nel primo caso lavoro per ottenere 1 ritratto.
L’immagine che ho in testa, pensata e studiata fin nel minimo dettaglio. Un risultato che è la somma di tutta una serie di variabili quantificabili e in una certa misura prevedibili. L’incertezza è data principalmente dal soggetto e da come si rapporta con l’idea che ho in testa. La creatività nasce proprio da questo incontro inconscio.
Nel secondo caso lavoro per ottenere 1 emozione.
Che può essere il risultato di 3 o 4 immagini molto simili ma totalmente diverse tra di loro. Il risultato qui è ottenuto quasi invertendo i fattori. La magia sta proprio nella quasi totale imprevedibilità di quello che succederà, e nel mettere al servizio di questa imprevedibilità tutte le mie capacità tecniche e soprattutto emotive.
Al di là di questa netta separazione, in realtà le due cose dialogano e spesso si mischiano, ma se devo estremizzare per rendere l’idea, i concetti sono tutto sommato questi.
Vista la natura così diversa dei due tipi di approccio al momento non mi sento di escluderne o privilegiarne uno, e avete quindi la possibilità di decidere Voi in che modo volete raccontarVi (con il mio supporto nel caso siate indecisi su qual è il servizio che fa per voi).
Se volete saperne di più sui servizi famiglia e gravidanza scrivetemi utilizzando il form sottostante, riceverete una risposta entro 48 ore.

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